Ahora sólo debe gobernar Beirut

Alla luce degli ultimi eventi nel Medio Oriente, il quotidiano Avvenire
ha intervistato il vescovo maronita di Tiro, Monsignor Maroun Sader, che
parla della sorte dei cristiani rimasti nella fascia di sicurezza. Il
ritiro degli israeliani e il crollo della milizia pro-israeliana, hanno
lasciato l´intera zona ai guerriglieri musulmani del «Partito di Dio», gli
Hezbollah.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

24.05.2000

Il vescovo di Tiro è ottimista sui prossimi sviluppi e consiglia ai
combattenti di consegnarsi alla giustizia

«ORA A GOVERNARE SIA SOLO BEIRUT»

Sader: governo e guerriglieri hanno escluso violenze anti-cristiani

CAMILLE EID

Quando lo abbiamo raggiunto al telefono, si stava dirigendo verso la zona
appena evacuata dagli israeliani per controllare di persona gli sviluppi
della situazione. Monsignor Maroun Sader, vescovo maronita di Tiro non si è
mai dimenticato dei fedeli della sua diocesi che vivono, in gran parte, al
di là di quella che era definita la «fascia di sicurezza». Anzi, pochi mesi
fa, ha suscitato non poche polemiche la sua partecipazione ai funerali di
Akl Hachem, il numero due dell´Els ucciso dagli hezbollah.

Monsignore, come si sta adoperando per evitare che si verifichino
aggressioni o atti di vendetta contro i cristiani nella zona liberata?

Mi sono recato stamane (ieri per chi legge, ndr) a Beirut per parlare delle
mie apprensioni al presidente della Repubblica. Ero accompagnato da
monsignor Joseph Khoury e dal vicario patriarcale Roland Abou Jaoude. Il
presidente Emile Lahoud ci ha assicurato che lo Stato intende comportarsi
con equità con tutti i suoi cittadini e che non ci saranno azioni di
vendetta di alcun genere nella zona. Solo la legge, ci ha detto Lahoud,
sarà applicata e con il massimo di clemenza possibile.

Ha intrapreso anche dei contatti con l´Hezbollah oppure con Amal per
evitare gli eccessi dei loro guerriglieri?

Certamente. Ho dei contatti sia con l´Hezbollah, tramite i servizi di
informazione dell´esercito libanese, sia con il movimento Amal, tramite il
presidente del Parlamente Nabih Berri (capo di Amal, ndr). Ambedue hanno
promesso di fare di tutto perché il recupero della zona si possa svolgere
nella calma più assoluta.

Lei ora si dirige verso la zona frontaliera per vedere cosa stia
succedendo. Ha un piano di viaggio preciso?

Intendo visitare il maggior numero di villaggi possibile. Adesso mi trovo
sulla strada costiera da Tiro in direzione di Naqura, da dove punterò
all´interno, verso i villaggi cristiani di Alma Chaab, Debel, Rmeich e Ain
Ebel. Vedrò in seguito se si riesce a proseguire più in là.

È vero che la maggioranza dei cristiani vive ancora nella zona sotto il
controllo dell´Els?

Direi che i cristiani risultano divisi a metà tra le due zone, liberata e
non. Il settore occidentale è tornato interamente sotto il controllo dello
Stato libanese, mentre il settore orientale (Marjeyoun, Hasbaya, Kawkaba) è
ancora in mano all´Els.

Quale messaggio intende portare ai suoi fedeli?

Gli dirò di porre la loro fiducia anzitutto nel Signore, poi nelle
strutture dello Stato libanese che, come ci auguriamo, tratterà la gente
con clemenza ed equità.

Consiglierà quindi agli uomini dell´Els di consegnarsi?

So che molti di loro hanno già attraversato la frontiera per rifugiarsi in
Israele, mentre altri non sanno cosa fare e se consegnarsi alle autorità.
Darò certamente questo consiglio, ma senza alcuna costrizione.

I partiti islamici l´accusano ancora di simpatia con l´Els?

Io vivo in questa zona da quarant´anni e ho buoni rapporti con tutti i suoi
abitanti. Mi auguro che, d´ora in poi, la nostra relazione sia solo con lo
Stato libanese. Chiedo pertanto a tutti i partiti politici di prendere in
considerazione la situazione particolare del Sud senza dimenticare che
siamo tutti a favore della convivenza tra le differenti comunità del Paese.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Apoye a ZENIT

Si este artículo le ha gustado puede apoyar a ZENIT con una donación